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Prevenire lo spreco alimentare migliorando le date di scadenza

È possibile prevenire lo spreco alimentare migliorando la codifica delle date di scadenza?

date di scadenza spreco alimentare stampa codifica e marcatura

Ridurre lo spreco alimentare è un obbiettivo globale. Proprio questo è il 12° dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite per “garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”, compreso l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori per ridurre lo spreco di cibo lungo le catene di produzione e fornitura entro il 2030”.

Gli stati membri hanno approvato questa iniziativa, ed enti regolatori come l’Unione Europea hanno rivisto gli standard e i permessi concessi ai rivenditori per donare il cibo in eccesso. Anche l’Italia si è mossa su questa linea, approvando la legge 19 agosto 2016, n.166, pensata per “favorire il recupero e la donazione di prodotti alimentari e farmaceutici per fini di solidarietà sociale”.

Anche le aziende hanno cercato nuove soluzioni e tecnologie ridurre lo spreco alimentare con, ad esempio, la creazione di imballaggi riutilizzabili o di grandezze ridotte, o cercando di aumentare la durata del prodotto e migliorando l’efficienza dei sistemi di consegna e di conservazione.

Spesso non si parla di una delle cause più comuni di spreco alimentare: la scadenza dei prodotti alimentari

In Unione Europea ogni anno si producono circa 88 milioni di tonnellate di sprechi alimentari, e si calcola che circa il 10% sia connesso all’indicazione sulla data di scadenza.

Secondo l’ente di beneficienza britannico The Waste and Resources Action Programme (WRAP), solo nel Regno Unito ogni anno vengono sprecate 7,3 milioni di tonnellate di cibo. Di queste tonnellate di cibo sprecato, 660.000 sono dovute alle date di scadenza presenti sulle codifiche, circa il 10% del totale. Questo è in parte dovuto ai diversi modi con cui i consumatori interpretano i dati presenti sulle codifiche stampate sui packaging.

Il tutto viene reso più complicato dalle diverse norme e regolamenti sulla scadenza e datazione degli alimenti. Fino a poco tempo fa scritte come “esponibile da” o “vendita entro”, erano molto comuni non solo nel Regno Unito, ma in diversi paesi UE, spesso stampati accanto la scritta “da consumarsi preferibilmente entro”.

esempio data di scadenza best before per prevenire lo spreco alimentare

Negli Stati Uniti, invece, non essendoci delle descrizioni uniformi o universalmente accettate, per i consumatori è normale leggere sulle confezioni “scadenza:”, “usare entro”, “meglio se usato da”, “meglio se consumato entro” e l’elenco potrebbe continuare.

Ma a parte “da consumare entro”, nessun altro di questi dati si riferisce alla sicurezza del prodotto. Ad esempio “da consumarsi preferibilmente entro” o “da consumarsi da” indicano quando un prodotto avrà il miglior sapore o raggiungerà la massima qualità, mentre “esponibile da” o “vendita entro” servono ad indicare ai rivenditori per quanto a lungo va esposto il prodotto per la vendita o per questioni di inventario.

Nel 2017 WRAP ed enti regolatori britannici, hanno ideato una nuova linea guida destinata ai rivenditori per dare ai consumatori delle indicazioni più semplici sui dati presenti sulla confezione dei prodotti.

La guida raccomanda di inserire solo la scritta “da consumare entro” quando ci si riferisce alla sicurezza degli alimenti, e consiglia di inserire solo informazioni aggiuntive utili come, ad esempio, come congelare correttamente un prodotto.

Standard sulla scadenza degli alimenti

Sebbene gli standard possano variare di paese in paese, c’è una differenza sostanziale tra le date sulla qualità del prodotto e le date che riguardano la salute, il benessere e la sicurezza dei consumatori.

Il 2 dicembre 2020 l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha creato uno strumento, strutturato in forma di albero decisionale, che aiuta le aziende del settore alimentare a decidere quando applicare sui loro prodotti la dicitura “da consumarsi entro il” oppure “da consumarsi preferibilmente entro il”.

La dicitura “da consumarsi entro il”, spiega EFSA, “apposta sui cibi riguarda la loro sicurezza: gli alimenti possono essere consumati fino a una certa data, ma non dopo, anche se hanno un bell’aspetto e un buon odore. La dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro il’ si riferisce alla qualità: quel cibo sarà sicuro da consumare anche dopo la data che figura in etichetta, ma potrebbe non essere nelle condizioni ottimali.

codifica date di scadenza

Per stabilire una data per “da consumarsi entro il”, è possibile condurre dei test sulla durata e conservazione del prodotto confezionato, sottoponendolo a test microbiologici per un determinato periodo di tempo. Una volta che queste sostanze microbiologiche superano determinati livelli, il prodotto viene considerato alla fine del suo ciclo di vita. Altri tipi di test utilizzano la modellazione predittiva: in questo caso un software prevede la durata di conservazione di un prodotto, altri test ancora, invece, prevedono l’introduzione di microorganismi all’interno di un prodotto confezionato per vedere se aumenteranno.

Per stabilire una data per “da consumarsi preferibilmente entro il”, invece, possono essere condotti dei testi come la valutazione sensoriale, ad esempio, che giudica l’aspetto, l’odore, il sapore, il gusto dei prodotti. Può essere condotta un’analisi sulla consistenza, che verifica la freschezza dei prodotti da forno, o delle analisi chimiche che valutano aspetti come odore e irracidimento nel profilo aromatico di un prodotto.

Secondo alcune persone, le date di “da consumarsi preferibilmente entro il” sono arbitrarie e addirittura incoraggino lo spreco alimentare. Ma un’analisi del WRAP spiega che la presenza di un qualsiasi tipo di data su un prodotto rende le persone meno propense a buttare il cibo, suggerendo che invece queste date potrebbero svolgere un ruolo importante nella lotta contro lo spreco alimentare.

Nella UE, al momento, non esiste nessun obbligo legale di apporre una data su frutta e verdura fresca non tagliata, e WRAP raccomanda di rimuovere anche le date dai prodotti freschi, quando è possibile, e di incoraggiare le persone a giudicare da sole se sia il caso o meno di mangiare un determinato prodotto fresco.

Iniziative internazionali per ridurre lo spreco alimentare

In tutto il mondo ci sono organizzazioni che stanno lavorando per aiutare i consumatori a districarsi tra le varie date di scadenza e ridurre lo spreco alimentare. In Inghilterra è nata l’organizzazione “Love Food Hate Waste”, mentre la danese “Too Good To Go” è presente in moltissimi paesi come Norvegia, Austria, Svizzera, Portogallo e, dal 2019, Italia.

Too Good To Go promuove la presenza di date più chiare, oltre ad iniziative che permettano a negozi, bar e ristoranti di vendere o donare il cibo in eccesso piuttosto che buttarlo. In un recente white paper intitolato “Date di scadenza, un’idea obsoleta?”, Too Good To Go cita una ricerca di WRAP che mette in evidenza come il 49% degli europei ritenga che informazioni più chiare sul significato di “da consumarsi entro il” e “da consumarsi preferibilmente entro il”,  permetterebbe di sprecare meno cibo.

Seguendo questo obbiettivo è nata anche la campagna “Spesso buono oltre” che ricorda ai consumatori che il cibo è ancora edibile oltre una certa data se ha un buon odore e un buon sapore, incoraggiandoli a provare da soli la conservazione di un prodotto. Numerose aziende del settore food and beverage hanno collaborato con Too Good To Go a questa iniziativa, tra le quali Unilever, Carlsberg e Arla Foods.

Soluzioni di packaging alternativi

Se molti produttori alimentari accolgono con favore le iniziative internazionali per ridurre gli sprechi, dietro le quinte si sta lavorando anche per trovare dei materiali per packaging alternativi alla plastica. Gli imballaggi alternativi, infatti, possono prolungare la durata di conservazione dei prodotti. Per non parlare della pressione sulle aziende per ridurre la quantità di plastica utilizzata negli imballaggi.

L’uso di packaging alternativi viene supportato da gruppi ed iniziative come NanoPack, un progetto finanziato dalla UE che cerca di prolungare la durata di conservazione dei prodotti utilizzando tecnologie di confezionamento alimentare attivo. Altri metodi, invece, utilizzano materiali a base vegetale o alimentare per film flessibili, rivestimenti protettivi e l’utilizzo di nanoparticelle antiossidanti.

esempio data di scadenza stampata su uova

Ma se si utilizzano dei materiali alternativi per il packaging, la data di scadenza apposta sul prodotto dovrà tenere conto anche della durata di questi imballaggi, per garantire che il cibo non si rovini prima di arrivare al consumatore.

Le aziende del settore alimentare stanno facendo molto in questo senso, lavorando con enti ed organizzazioni e studiando metodi di imballaggio alternativi per combattere lo spreco alimentare.